Webinar 21 dicembre 2020 ore 17.30-19.00
Fondazione Pietro Pittini promuove questo webinar per esporre i risultati della survey: come le organizzazioni del terso settore del FVG stanno reagendo alla crisi legata al COVID-19 e quali bisogni hanno manifestato? E quanto le istituzioni filantropiche, le imprese e i singoli individui stanno facendo per sostenere l’operato del III settore e di chi è in prima linea nel contrasto all’emergenza? Ne parliamo con Italia No profit e con l’Assessore alle Finanze del FVG Barbara Zilli.
E’ risaputo che la pandemia rischia concretamente di esacerbare le disuguaglianze presenti sul territorio nazionale. Le fasce più vulnerabili saranno influenzate anche dalla crisi che riguarda il Terzo Settore attore essenziale nel sostegno della popolazione più in difficoltà. Tale settore vive di volontariato, convenzioni pubbliche (sempre più marginali a causa dei tagli degli ultimi anni) e donazioni, che durante l’emergenza COVID-19 si sono concentrate soprattutto sulle carenze del nostro sistema sanitario. Mentre le donazioni verso il sistema sanitario sono incrementate, quelle per le altre realtà non profit hanno subito una riduzione drammatica che ha determinato la chiusura di circa il 10% delle associazioni (G. Guzzetti). A causa di simili impatti sul Terzo Settore, le fasce più vulnerabili della popolazione saranno sempre più in difficoltà, private di un ulteriore elemento di sostegno in un momento di tale emergenza. Marina Pittini: “Durante la prima ondata di Emergenza Sanitaria da Covid-19, numerosi sono stati i segnali di disagio che anche a noi sono giunti dai giovani, dalle comunità educanti, dai partner con cui dialoghiamo. Nelle piccole comunità è stata pulsante la sensazione di un disagio forte, nascosto ma profondo. Un disagio che ha coinvolto tutti noi e che ancora più invasivo è stato per le categorie esposte come famiglie e anziani, bloccati nei contatti e nello scambio di relazioni. Le relazioni di aiuto, di affetto, di svago, di supporto sono quelle che rendono le nostre società forti e solidali e la cui mancanza fa rilevare una crescente povertà: non solo quella economica, alimentare, digitale o educativa, ma anche quella relazionale, emotiva e culturale provocata dall’isolamento forzato.
Ci troviamo così in questo momento storico a dover fronteggiare pesanti ricadute negative nel sistema economico nel suo complesso. E anche nei sistemi di welfare che si trovano a dover fronteggiare da un lato una riduzione delle risorse a disposizione, e dall’altro un aumento dei bisogni vecchi e nuovi a cui dover rispondere con strumenti e modalità inedite. In uno scenario in cui il rischio di un aumento dell’esclusione sociale e delle disuguaglianze è forte, dobbiamo tenere a mente il ruolo fondamentale che il Terzo Settore può giocare come collante del nostro tessuto sociale, in linea col principio di sussidiarietà previsto dalla nostra Costituzione.
È così che lo scorso maggio, con il supporto di Italia Non Profit, abbiamo cercato di tendere una mano a tutti gli enti che – come noi – sono attivi soprattutto per quelle categorie che maggiormente subiscono gli effetti di questo periodo. Abbiamo voluto lanciare un’indagine per mappare e approfondire i bisogni delle organizzazioni della Regione Friuli Venezia Giulia; si è trattato di un lavoro esteso che ci ha consentito di entrare in contatto con oltre 700 realtà sparse in tutto il territorio. Da questa mappatura è emerso sia un bisogno di risorse economiche, ma anche di maggiori spazi, dispositivi, licenze e formazione. E forse tra tutti il bisogno che è stato espresso in maniera più decisa è proprio quello relativo alla formazione, a conferma che la cura (acquisizione di nuove competenze) è oggi più efficace della terapia.
Sulla base di queste risposte e grazie ad una successiva fase di approfondimento abbiamo da poco lanciato un programma formativo gratuito rivolto agli enti non profit del FVG sui temi della raccolta fondi e che in seguito affronterà anche altri temi; l’obiettivo è di dare un contributo nell’elevare la preparazione in vista di una ripartenza che si preannuncia carica di difficoltà ma anche di nuova innovazione sociale da portare sui territori. Oggi più che mai la ricostruzione del domani passa quindi attraverso l’ascolto attivo ed il sostegno di questo variegato mondo: rendiamolo motore di vero sviluppo.”
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