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FONDAZIONE PIETRO PITTINI ALLA DECIMA EDIZIONE DELLA MAKER FAIRE TRIESTE

Si è conclusa la decima edizione della Maker Faire Trieste che tra sabato 2 e domenica 3 settembre ha visto la partecipazione di quasi 15.000 visitatori e 200 makers iscritti. Anche la Fondazione Pietro Pittini, che dal 2018 sostiene l’evento, era presente nell’area education con due laboratori creati in collaborazione con il Centro Zaffiria. Prima di approfondire i contenuti e i numeri della nostra presenza alla Maker Faire di quest’anno, ripercorriamo le tappe che hanno portato questo evento d’oltreoceano a raggiungere il suo decimo anniversario nella città di Trieste.

ALLE ORIGINI DELLA MAKER FAIRE

La Maker Faire rappresenta una celebrazione globale della creatività, dell’innovazione e della cultura del “fare da sé”. In poco più di un decennio, è diventata il più grande spettacolo mostra e dimostra del mondo dedicato alle invenzioni in cui le persone possono mostrare quello he hanno realizzato, e condividere quello che hanno imparato nel processo.

La Maker Faire è stata fondata da Dale Dougherty, un editore e imprenditore californiano, nel 2006. L’anno precedente aveva ideato e pubblicato la rivista “Make: Magazine” con l’obiettivo di celebrare la cultura del “fai da te” e dell’artigianato tecnologico. La rivista ha rapidamente guadagnato popolarità tra gli inventori locali e gli appassionati di genere che condividevano il proprio interesse per la creazione di progetti innovativi fatti in casa, documentando e promuovendo scoperte, risorse ed esperienze.

Tuttavia, l’originalità e l’innovazione delle numerose creazioni non venivano comprese appieno attraverso parole e foto. Il passo successivo, quindi, è stato quello di portare le invenzioni dalla carta stampata alla realtà delle fiere locali, creando un luogo in cui tutti potessero ammirare le realizzazioni artigianali, i progetti di robotica, elettronica, arte interattiva, artigianato e molto altro.

La risposta fu travolgente, e da allora la Maker Faire è cresciuta costantemente, diffondendosi in tutto il mondo e diventando un fenomeno globale, con eventi che si tengono in città di tutto il mondo.

La prima Maker Faire si è tenuta a San Mateo, California, nel 2006, ed è stata un grande successo, con migliaia di partecipanti e una vasta gamma di progetti innovativi esposti. A partire da quel momento, la Maker Faire ha continuato a crescere ed espandersi nel corso degli anni, diventando un movimento globale con eventi in tutto il mondo.

Nelle prime edizioni, la Maker Faire era caratterizzata da una straordinaria diversità di progetti fatti in casa, dai primi robot artigianali alle pioneristiche stampanti 3D. L’obiettivo fondamentale era quello di creare uno spazio inclusivo in cui i maker potessero condividere le loro creazioni, ispirare gli altri e promuovere l’innovazione su piccola scala. Questi eventi iniziali hanno attirato migliaia di partecipanti, dimostrando chiaramente l’entusiasmo di una crescente comunità. Ed è proprio la parola comunità ad essere significativa per capire chi sono i maker.

I MAKER

Sono persone di ogni genere: dagli appassionati di tecnologia ai creativi, dagli scienziati a chi realizza prototipi nel proprio garage; possono avere qualsiasi età e qualsiasi bagaglio culturale. Vivono di tecnologia, meccanica, hardware e software open source, ma anche del sogno di inventare qualcosa da produrre autonomamente, per vivere delle proprie invenzioni ma soprattutto creare ed essere parte di una comunità basata sulla riutilizzazione e condivisione dei risultati, sulla creatività e sull’innovazione. Come ha riportato in un’intervista Dale Dougherty riferendosi ai maker: “Un forte senso di appartenenza comunitaria li caratterizza, non dimenticando mai il valore della condivisione che permea magicamente ogni loro evento, dalla più piccola fiera cittadina alle mirabolanti esposizioni metropolitane”. *

* Il Messaggero 2013, Articolo sulla Maker Faire Roma

LA MAKE FAIRE NEL MONDO

Così come ogni Maker è unico anche ogni Maker Faire è unica nel suo genere, riflettendo la cultura, l’innovazione e la creatività della sua comunità ospitante. Gli eventi variano da quelli su piccola scala organizzati da comunità locali a grandi mostre internazionali che attirano migliaia di visitatori. La Maker Faire, infatti, non si è fermata alle coste della California, ma ha rapidamente attraversato frontiere geografiche e culturali. Oggi gli eventi si tengono in tutto il mondo, da metropoli cosmopolite a pittoreschi villaggi di campagna: si contano ad oggi 32 Maker Faire in città come Detroit, Atlanta, Berlino, Parigi, Roma, Tokio, Shenzhen e sono oltre 150 le Mini Maker Faire organizzate dalla comunità in tutto il mondo. Proprio a Roma nel 2013 si è svolta la prima edizione Europea dell’evento.

MAKER FAIRE ROMA

 

L’idea di portare a Roma l’evento nasce dopo il grande successo della manifestazione World Wide Rome, organizzata a Roma nel 2012, dedicata sempre al movimento dei maker e alla quale era presente anche il già citato fondatore della Maker Faire, Dale Dougherty, che spinse molto per vedere realizzata proprio in quella cornice storica la Maker Faire.

A partire da quell’anno, la manifestazione romana è diventata uno degli eventi più importanti e influenti del panorama fieristico internazionale, attirando maker da tutta Europa, pronti ad esporre il meglio delle tecnologie emergenti, dell’artigianato tradizionale e dell’ingegno creativo.

FONDAZIONE PIETRO PITTINI ALLA DECIMA EDIZIONE MAKER FAIRE TRIESTE

Nel 2014, un anno dopo la Maker Faire di Roma, anche Trieste decide di ospitare l’evento anche se inizialmente nella sua versione ridotta (Mini Maker Faire) per poi arrivare a gestire nel 2020 l’intero evento. Quest’anno si è appena conclusa la decima edizione che con il sostegno istituzionale e finanziario della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e il partenariato del Comune di Trieste e del Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP) ha raggiunto quest’anno più di 15.000 visitatori e la partecipazione di quasi 200 makers provenienti prevalentemente dalle quattro province di Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone ma anche, come nelle passate edizioni, una cospicua  partecipazione di numerosi espositori da altre regioni italiane e altre nazioni come Slovenia, Croazia, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Tra tutti questi maker, c’era anche la Fondazione Pietro Pittini che sostiene la Maker Faire dal 2018, e che quest’anno ha deciso di portare due laboratori nell’area dedicata all’ Education e creati in collaborazione con il Centro Zaffiria. Il primo laboratorio, MonTech – tecnologie creative per l’inclusione sociale nella scuola primaria, rappresenta una guida materiale e didattica per insegnanti, dove il metodo Montessori incontra l’apprendimento creativo tipico della Maker Faire, con lo scopo di favorire una didattica che valorizzi le differenze culturali, l’inclusione sociale e l’equità in classi multiculturali, il tutto cercando di integrare al meglio la tecnologia moderna. Il secondo laboratorio, MonTech – costruire un personaggio usando le variabili, propone un nuovo modo di lavorare sul concetto di variabile alla scuola primaria scoprendo cosa si intende per variabile in informatica al fine di sviluppare il pensiero computazionale, imparare ad immaginare un algoritmo e sviluppare capacità di astrazione.

Il nostro stand ha visto la presenza di 60 partecipanti attivi ai laboratori MonTech e più di 50 visitatori in cerca di informazioni e curiosità sulla Fondazione Pietro Pittini e sul mondo Education in generale. Anche quest’anno la Maker Faire è stato un momento unico per stupirsi, stimolare la curiosità ma anche per riflettere sulla tecnologia che ci circonda e nei confronti della quale anche il mondo dell’educazione può e deve trarre il meglio per garantire un esperienza scolastica equilibrata e contestualmente al passo con i tempi. La Fondazione Pietro Pittini ha deciso di concentrare i propri sforzi portando alla Maker Faire un’esperienza didattica basata sul fare che, oltre a migliorare notevolmente l’apprendimento individuale, porta con sé una necessaria componente di collaborazione e condivisione del lavoro di cui c’è sempre più bisogno nella quotidianità di bambini e ragazzi.

MAKER & EDUCATION: IL VALORE EDUCATIVO DEL FARE

L’importanza della Maker Faire, infatti, va ben oltre la semplice celebrazione delle invenzioni e dei progetti. Questi eventi globali hanno un ruolo fondamentale nell’ambito educativo, ispirando la creatività e l’innovazione in giovani e adulti in tutto il mondo. Ecco perché la Maker Faire è così preziosa nel contesto dell’istruzione, dando la possibilità a ragazzi di tutte le età di partecipare attivamente a queste manifestazioni in cui la scienza, la tecnologia, l’arte e l’artigianato sono vissute in modi concreti e coinvolgenti. La pratica manuale, infatti, è un pilastro fondamentale dell’educazione che offre innumerevoli vantaggi nell’apprendimento e nella crescita individuale, permettendo agli studenti di applicare direttamente ciò che hanno appreso e di sviluppare una serie di competenze preziose come il problem-solving, la coordinazione occhio-mano, la creatività e la pazienza. Inoltre, questo tipo di apprendimento pratico può ispirare gli studenti a interessarsi a materie STEM e ad esplorare nuove passioni. La Maker Faire, infatti, promuove la cultura del “fare da sé” in cui le persone sono incoraggiate a progettare, costruire e creare con le proprie mani. Attraverso le esposizioni, i workshop e le interazioni con maker esperti, inoltre, si possono sviluppare il pensiero critico e la capacità di innovare, proporre soluzioni creative ai problemi reali, pensare fuori dagli schemi e cercare nuovi modi per affrontare sfide complesse. Infine, l’ambiente aperto e inclusivo della Maker Faire incoraggia in la partecipazione attiva di tutti dove lavorare insieme, imparare dall’esperienza degli altri e costruire reti di contatti favorisce una sana interazione sociale.

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