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Continua il progetto MUS-E in FVG – Origini e impatto sui bambini

Le origini

“L’arte rappresenta un’esperienza concreta sulla quale si edifica la formazione di un individuo. È importante, quindi, fare tanta arte tutti giorni; se a un bambino si permettesse di parlare solo una o due volte la settimana non imparerebbe mai a parlare”.

Questa la risposta di Zoltàn Kodàly ogniqualvolta gli si chiedeva il perché della sua ostinata convinzione che l’arte debba rappresentare una costante nella vita di ogni bambino.

Ma chi era Zoltàn Kodaly e cosa c’entra con il progetto Mus-e?

Zoltán Kodály è stato un compositore, pedagogo e musicologo ungherese, noto per aver sviluppato nei primi decenni del ‘900 un innovativo approccio all’educazione artistica. Kodály credeva che l’arte dovesse essere insegnata fin dalla prima infanzia e che il canto, in particolare, fosse il mezzo principale per sviluppare immaginazione e creatività. Sviluppò dunque negli anni un approccio didattico basato sul diritto all’arte di ogni individuo, declinato attraverso un’educazione artistico-musicale costante ed inclusiva, al fine di sviluppare una maggiore consapevolezza culturale e sociale di tutta la comunità.

Negli anni ‘50, il Metodo Kodaly riscuote molto successo, dapprima in Ungheria e poi in tutta Europa. Le prima scuola ad adottare questo metodo in maniera continuativa è un’accademia musicale di Bruxelles e proprio durante una visita presso questo istituto Yehudi Menuhin, celebre violinista statunitense e direttore d’orchestra, conosce il Metodo Kodaly, innamorandosene immediatamente.

La nascita del progetto Mus-e

Negli anni successivi a questa visita, Menuhin approfondisce e implementa il metodo e nel 1963 decide di fondare la Yehudi Menuhin School per formare giovani musicisti sulla base di una rivisitazione delle teorie educative di Kodaly. A partire da questo momento, tutte le future scuole di Menuhin manterranno questa traccia educativa, creando così un sentiero teorico-didattico che nel 1993 porterà alla nascita di Mus-e.

Il progetto rappresenta la realizzazione del sogno di Yehudi Menuhin: promuovere l’arte nelle scuole primarie e negli asili, aiutando i bambini a scoprire la bellezza negli altri e dentro di sé. Al centro del progetto l’espressione artistica come volano dell’educazione del bambino fin dai primi anni di sviluppo per stimolarne la comunicazione e favorirne la crescita personale e sociale.

C’è senz’altro una connessione tra le teorie educative di Kodály e Mus-E. Entrambi enfatizzano l’importanza di coinvolgere attivamente gli studenti nell’apprendimento artistico, incoraggiando l’espressione personale e la creatività. Tuttavia, mentre il metodo Kodály si concentra principalmente sulla musica e sul canto come strumenti educativi, Mus-E amplia questa visione incorporando una varietà di discipline artistiche quali musica, canto, danza, teatro, arti visive e arti multimediali, stimolando così abilità fino a quel momento ritenute accessorie a questo mondo: comunicazione, empatia, problem-solving e pensiero critico. Recenti studi sul cervello, infatti, hanno evidenziato il ruolo essenziale dell’arte nei processi cognitivi dei giovani. La partecipazione a programmi di educazione artistica ha dimostrato di favorire la formazione di connessioni neurali più forti e diverse nelle aree coinvolte nell’apprendimento e nella memoria. Questo potrebbe avere un impatto positivo sul rendimento accademico dei ragazzi, oltre a sviluppare il loro pensiero creativo. Uno studio pubblicato sulla rivista “Psychological Science” (09 August 2022, Volume 13 – 2022 | https://doi.org/10.3389/fpsyg.2022.957578) ha rilevato che l’insegnamento delle arti visive ha migliorato il ragionamento critico e le abilità sociali nei bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni. Un altro studio, condotto dal National Endowment for the Arts negli Stati Uniti, ha dimostrato che gli studenti coinvolti in programmi di educazione artistica hanno avuto risultati migliori in lettura e matematica rispetto a quelli che non avevano avuto tale esperienza (https://www.arts.gov/impact/research).

Mus-e nelle scuole in Italia

A partire dal 1994, Mus-e si diffonde in tutta Europa e nel 1999 arriva anche in Italia grazie al regista e scenografo Gianfranco De Bosio. Mus-e Italia viene riconosciuta come Onlus e fin da subito si adopera per realizzare i primi laboratori artistici nelle classi primarie di Milano e Cremona. Pochi anni dopo, nel 2002, Mus-e è operativa in più di cento classi: oltre Milano e Cremona il progetto si sviluppa a Torino e Bologna, coinvolgendo più di 2200 bambini e 46 artisti. Con l’arrivo del nuovo presidente, Riccardo Garrone, Mus-e Italia si amplia raggiungendo con successo 11 città italiane, coinvolgendo più di 250 artisti e oltre 100 scuole in tutto il territorio nazionale. Nel febbraio del 2022 Mus-e scommette nuovamente sul futuro: diventa Fondazione Mus-e Italia ETS, riunendo in un unico ente tutte le sedi locali, che mantengono il legame con il territorio, potendosi concentrare solo sui laboratori senza più le incombenze amministrative.

Ma cos’è Mus-e nella pratica e come entra nelle scuole?

Mus-e è un percorso artistico di tre anni che accompagna il bambino alla scoperta di sé e dell’altro, sperimentando diverse discipline artistiche insieme ai compagni di classe e agli insegnanti delle scuole primarie. Ogni anno le scuole interessate ad accogliere il progetto Mus-e all’interno del piano triennale della propria offerta formativa (PTOF) si candidano scrivendo alla sede locale di riferimento o direttamente a Mus-e Italia. La priorità, ovviamente, va agli istituti inseriti in contesti difficili, alle periferie e alle zone che risentono maggiormente della povertà educativa e della marginalità sociale.

L’arco temporale dei tre anni è una caratteristica fondamentale, perché permette di creare, nel tempo, un rapporto di fiducia con i bambini e con gli insegnanti. Gli artisti imparano a conoscere la classe, le sue esigenze, e si confrontano continuamente con gli insegnanti; i bambini, anno dopo anno, si lasciano andare e scoprono il piacere della relazione, della creatività, della fantasia.

I laboratori si tengono una volta a settimana in cui vengono proposte di volta in volta le singole discipline artistiche. In molti casi, soprattutto nel corso del terzo anno di percorso, i bambini sperimentano due discipline nello stesso momento (es. danza e musica, o canto e teatro), con la compresenza degli artisti che modellano la loro “materia” collaborando tra loro. Gli artisti Mus-e, infatti, non solo sono persone con un curriculum artistico eccellente, ma sono selezionati anche sulla base delle loro competenze pedagogiche ed educative. L’importante, infatti, non è far acquisire al bambino una determinata tecnica, ma aiutarlo a sperimentare il linguaggio artistico senza timore e senza spirito di competizione, incoraggiando lo scambio con i compagni e la riflessione su di sé.
Proprio per formare al meglio gli artisti scelti, ogni anno Mus-e Italia organizza una formazione specifica con docenti d’eccellenza, coinvolgendo tutti gli artisti che operano nelle classi, i dirigenti scolastici e gli insegnanti. E’ un momento importante e necessario, che garantisce l’uniformità della metodologia e differenzia Mus-e da un “tradizionale” laboratorio artistico.

Tuttavia, oltre ai bambini e agli artisti, Mus-s-e mira a coinvolgere anche e soprattutto gli insegnanti.  Questi, infatti, sono sempre presenti nelle ore di laboratorio, anzi, la loro partecipazione è fondamentale, perché molto spesso li aiuta a vedere i bambini con occhi nuovi. A sostegno di ciò, Mus-e prevede degli incontri di formazione sulle metodologie pedagogiche inclusive e trasversali per aiutare l’intera comunità educante a sviluppare quelle competenze in grado di stimolare il dialogo e l’empatia.

Al termine di ogni anno si organizza un momento finale di restituzione nella forma di una “lezione porte-aperte”. Non si tratta del classico saggio di fine anno, perché lo scopo di Mus-e non è quello di insegnare una tecnica o una disciplina. Si tratta invece di un momento importante di incontro con le famiglie, in cui i bambini e gli artisti condividono il percorso fatto al di là dei risultati.

 

Mus-e e la Fondazione Pietro Pittini

Nel 2021 il progetto Mus-e arriva in Friuli-Venezia Giulia grazie alla Fondazione Pietro Pittini che da sempre sostiene i giovani del territorio scolastico della regione  offrendo percorsi educativi curricolari ed extra-curricolari disegnati per contrastare la dispersione scolastica e la marginalità attraverso driver quali Scienza, Sport e Arte. Proprio quest’ultimo è stato il terreno di incontro fra la Fondazione e il progetto Mus-e di cui è unico sostenitore in FVG.  I numeri dell’ultimo anno scolastico 2022/23 raccontano di 206 studenti delle scuole primarie coinvolti, 9 atelieristi che hanno portato la loro arte e le loro competenze in 3 Istituti Comprensivi del territorio per 7 scuole: l’IC Gorizia1 (GO) con le scuole Francesco Rismondo e Giuseppe Ungaretti, l’IC Giacich (GO) con la scuola Duca d’Aosta e l’IC Roli (TS) con le scuole f.lli Visintini, Anna Frank, Don Milani e Pacifico. Le attività laboratoriali, condotte in orario curriculare dai nostri artisti insieme agli insegnanti, hanno stimolato nei tanti e diversi appuntamenti le capacità manuali e artistiche dei bambini, le competenze cognitive, emotive, relazionali e sociali.  A conclusione del percorso, ci sono stati significativi momenti di restituzione collettiva con le scuole e le famiglie dei bambini coinvolti in cui tutti si sono sentiti protagonisti della promozione dell’arte nelle scuole verso una società più inclusiva e ricca di stimoli.

 

 

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