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Costruire una nuova civiltà

Yunus sul palco

 

Building a new civilization è stato il tema del 9° forum del Global Social Business Summit   che si è tenuto a Wolfsburg, in Germania l’8 e 9 novembre 2018 e promosso da Mohammed Yunus, già Premio Nobel all’economia nel 2006. Due giorni intensivi quelli a cui abbiamo partecipato,  si sono susseguiti sul palco interventi di varie esperienze di social business realizzato in tanti Paesi del mondo. Si sono toccati i temi della sostenibilità, della solidarietà e dello sviluppo seguendo i 7 principi chiave dichiarati da Yunus sullo sviluppo sostenibile:

  1. Overcome social issues like poverty, health, education and environment instead of maximizing profit
  2. Be both economically and financially sustainable
  3. Investors get back their investment only. No dividend is given beyond invested money.
  4. The profit stays with the company for expansion and improvement after deducted invested amount
  5. Be gender sensitive and enviromentally conscious
  6. Provide market wages with better working conditions for the workfoce
  7. Do it with joy

Enfasi sull’inquinamento ambientale e la necessità di riciclo, soprattutto della plastica che sta invadendo il nostro pianeta, i nostri mari e i corsi d’acqua. La bellezza della terra è stata ricordata dall’astronauta della NASA Ron Garan, che dalla prospettiva di migliaia di chilometri ci ha ricordato quanto sia meraviglioso il nostro pianeta, oggi minacciato dal riscaldamento globale e dai danni ambientali.

Yunus persegue così il suo proprio modello di sviluppo economico: egli professa un nuovo paradigma con il social business, ossia attività economiche con un impatto sociale. Il professore di economia del Bangladesh ha riportato  3 punti di attenzione: la forte concentrazione della ricchezza nel mondo, oggi in mano all’1% della popolazione, con proiezioni di ulteriore aggravamento, che fa persistere pesanti sacche di povertà e di emergenza; la sfida ambientale e l’urgenza di curare un pianeta malato e inquinato; infine, l’Intelligenza Artificiale sintetizzata qui da lui come tutto ciò che comporta la corsa verso il digitale, la robotica e una tecnologia sempre più in mano alle macchine. A questo proposito alcuni studi prevedono che in 15 anni almeno mezzo milione di persone perderanno il proprio lavoro perché sostituite dalle macchine.

Quindi: la risposta di Yunus è quella di una economia circolare rispettosa innanzitutto dei valori umani, dell’ambiente, in cui vi sia attenzione verso i fornitori, i singoli fattori di produzione, si rispettino lavoratori e stakeholder, coinvolgendo il più possibile la comunità in un circolo virtuoso volto alla produzione di beni utili (non più prodotti inutili) e senza inquinanti, facendo leva sulla solidarietà e soprattutto sull’imprenditorialità dei singoli. Questa è la nuova civilizzazione promossa da Yunus, forte del successo avuto con la microfinanza, è ormai interlocutore privilegiato di Istituzioni e anche grandi aziende che hanno capito l’urgente necessità e sensibilità delle nuove generazioni verso questi temi e verso una generale forma di sostenibilità.

Così numerosi sono state le testimonianze di nuove attività di business a impatto sociale nate nei paesi poveri del mondo, come Bangladesh, India, Uganda, Mali, Kossovo, Colombia, Armenia, Brasile, Kenia e tanti altri. Nella promozione di questo modello di sviluppo Yunus investe da 5 anni in giovani che sviluppano idee imprenditoriali di economia sociale, innovativa e sostenibile che promuova benessere e sviluppo locale e che affrontano temi di formazione, malnutrizione, riciclo della plastica e dei rifiuti, pannelli solari per portare elettricità nei villaggi sperduti, microfinanza sanità, agricoltura.

Yunus è il primo economista cui si fa risalire il termine impact investing, ossia questo nuovo modo di fare finanza in modo sostenibile perché racchiude l’intenzione di portare beneficio alla comunità; egli è famoso per aver inventato la microfinanza  creando la Grameen Bank nel 1976, oggi la più grande banca di microcredito al mondo con oltre 12 milioni di clienti “poveri” serviti. Questo nuovo e dirompente modello di dare credito alle donne povere  dei villaggi indiani – a coloro che non avrebbero mai avuto accesso al credito tradizionale delle banche – è poi diventato un modello che si è esteso in modo travolgente in tutta l’Asia e in generale in tutti i Paesi sottosviluppati del mondo e sta attualmente  portando civilizzazione e progresso alle popolazioni che rappresentano la base della piramide.

Yunus promuove la contaminazione tra le grandi aziende e il social business: dopo il grande passo fatto dalla Danone (che nel 2006 ha risposto al suo appello di fornire uno yogurt arricchito di vitamine, minerali e nutrienti per i bambini poveri e malnutriti  del Bangladesh ad un prezzo accessibile) ora ci prova anche con Volkswagen – main sponsor dell’evento – per spingere anche le grandi multinazionali a pensare al business in un modo nuovo, in risposta a quanto richiesto dalle nuove generazioni.

Gli SDGs (Sustainable Development Goals) sono stati una costante di tutto il convegno; rappresentano un grande passo dei Paesi del mondo che convergono verso l’obiettivo condiviso e mondiale per il miglioramento della società e del pianeta. Yunus li ricorda e li sottolinea per diffonderli e trasferirli in azioni in tutta la società e ora anche dentro l’attività d’impresa.

Uomo di grande visione, oltre che professore universitario, è consapevole dell’importante ruolo accademico e di ricerca che anche le Università devono avere, dunque ha creato una rete di alleanze già con 64 università nel mondo per affiancare i territori, promuovere ricerca e sostenere lo sviluppo sostenibile anche da un punto di vista accademico.

Questa una delle frasi che meglio racchiude il suo pensiero e sintetizza la sua incessante attività di promozione: “fare soldi è felicità e un grande incentivo; rendere felici altre persone è super- felicità”

Making money is happiness and that’s a great incentive; making other people  happy is super-happiness! – M Yunus

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