Due giorni di emozioni, scoperte, ma soprattutto di condivisione. Sabato 7 e domenica 8 ottobre, una decina di ragazzi del centro diurno “Una Casa per Crescere” sono stati a Trieste per vivere un’esperienza nei giorni della tradizionale Barcolana, la regata più grande del mondo. Un fine settimana per mostrare loro un pezzetto di mondo, introdurli alla vita. “Da quando, 32 anni fa, abbiamo accolto il primo bambino in affido, ci siamo resi conto che ogni persona è unica e lo teniamo presente in ogni nostra azione – spiega Erasmo Figini, fondatore di Cometa – Tanti ragazzi di oggi sembrano privi di curiosità, ma stimolandoli, provocandoli con attività che possono interessarli, le cose cambiano. Abbiamo vissuto un’esperienza di cultura, sapere e divertimento, nella quale abbiamo cercato di fare aprire loro gli occhi sulla realtà. Ma soprattutto, ha rappresentato un momento per stare insieme in un certo modo, accompagnandoli nelle scoperte”. Un viaggio e un inizio della collaborazione con la Fondazione Pietro Pittini, che con Cometa condivide obiettivi educativi e una tipologia di didattica basata sulla sperimentazione, sulla collaborazione, sulla creatività e sul confronto. La fondazione si è occupata di organizzare le attività legate alla Barcolana, ma soprattutto un laboratorio esperienziale all’Immaginario Scientifico, molto apprezzato da educatori e ragazzi. “Conoscevamo Cometa per fama e, al primo incontro, ci siamo scoperti appassionati in modo diverso, ma con la stessa finalità: dare un futuro di speranza ai bambini – racconta la presidente Marina Pittini – Intendiamo l’educazione nel senso latino di tirare fuori, scoprendo i talenti di ognuno e coltivandoli. Abbiamo scelto di far provare ai ragazzi l’esperienza dell’Immaginario Scientifico, con cui collaboriamo dal 2017, perché ha due grandi pregi: la bellezza architettonica dell’edificio e la struttura dell’esposizione, con totem che lasciano liberi di sperimentare e di apprendere attraverso l’esperienza. Quest’ultima è una parte essenziale. L’esperienza accende una spia nel cervello, sviluppa emozioni che rimangono nel tempo e che aiutano a comprendersi e a comprendere gli altri”. Il pomeriggio all’Immaginario Scientifico è stato il fulcro della giornata di sabato, apertasi con lo stupore per il golfo di Trieste e un immancabile bagno in mare. Non è stata, però, l’unica visita, perché i ragazzi hanno potuto ammirare anche il Museo del mare, ricco di modellini. La sera, poi, hanno cenato in riva al mare, con la vista su barche “gigantesche” che hanno destato molto stupore. Hanno trascorso la notte in collina, risvegliandosi con una suggestiva vista sul golfo e le tante imbarcazioni pronte a partire per la Barcolana. Sulla via del ritorno, infine, non è mancata la visita alla città fortificata di Palmanova. “Sono stati due giorni di vita insieme, che hanno lasciato contenti i ragazzi, ma anche noi accompagnatori – commenta Stefano Mangiacotti, responsabile degli educatori del Manto – Queste esperienze sono molto importanti, perché i ragazzi si orientano a vicenda, anche nei momenti di fatica. Il dormire fuori casa, poi, è sempre un’occasione di condivisione e di crescita. Devo dire che sono stati tutti molto bravi nel dare valore anche al momento di riposo”. E sull’importanza dell’uscire dal solito contesto si è soffermato anche Federico Bertocchi, psicologo di Cometa: “E’ importante andare al di fuori, essere curiosi, provare mille cose e stupirsi, non rimanere indifferenti. Apre mentalmente e cognitivamente. Il lavoro più duro è far capire l’importanza di ciò che si fa e che si visita. E anche se i ragazzi sono in un’età in cui verbalizzano poco, uno di loro mi ha detto che la Barcolana è stata bellissima. È il segno che sono rimasti colpiti”. Scienza, bellezza e cultura. Tre parole chiave di due giorni nei quali un semino di curiosità è stato piantato dentro ai ragazzi. “Un’esperienza immersiva, multidimensionale, propria di Cometa – conclude Carlo Garbagna, responsabile dell’ufficio progetti – Crediamo sia la strada da seguire, perché capace di educare maggiormente e di contribuire alla costruzione del sé, essendo i ragazzi protagonisti. Questo è stato il punto d’incontro tra noi e la Fondazione Pittini, con cui siamo felici di collaborare”.
All’appuntamento italiano della filantropia strategica, 100 fondazioni partecipanti, guidate da oltre 50 speaker, hanno ragionato in sessioni plenarie e tavoli di lavoro su fiducia e filantropia.
La meravigliosa cornice di Salerno ha ospitato i protagonisti del cambiamento sociale per riflettere sulla qualità della vita delle comunità, in una 2 giorni densa di incontri, approfondimenti e formazione. #fiducia e #filantropia i temi principali dell’evento, #condivisione #relazione #impatto #cambiamento #innovazionesociale le parole chiave su cui abbiamo ragionato.
#Trust-based philanthropy
Il filo conduttore delle riflessioni condivise è stata la filantropia basata sulla fiducia, l’importanza di investire sulle relazioni per promuovere l’innovazione e il cambiamento sociale.
Sono emerse considerazioni interessanti sulle nuove traiettorie della filantropia, sulla capacità di progettare ed immaginare nuovi futuri possibili per le comunità, sul significato della fiducia, cosi essenziale ma così fragile.
#Fiducia
L’evento ha messo al centro la fiducia come elemento chiave della filantropia, e ha lanciato una challenge: come si costruisce? In cosa consiste? È più facile ridarsi o non fidarsi?
Ne è seguito uno scambio su quanto sia difficile costruirla, perché implica assumersi un rischio alto, quello del tradimento e, allo stesso tempo, di quanto sia necessario fidarsi ed affidarsi, per costruire relazioni ad impatto sociale. Le considerazioni emerse hanno trovato un punto comune nell’individuare l’ascolto come presupposto imprescindibile per costruire relazioni basate sulla fiducia.
#Impatto
Uno dei temi su cui il mondo della filantropia si interroga costantemente è l’impatto. Non è mancata una riflessione sulla 𝐯𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝’𝐢𝐦𝐩𝐚𝐭𝐭𝐨 utile, finalizzata a comprendere ciò che funziona e ciò che può essere migliorato.
#Giovani
E naturalmente i giovani. L’evento ha posto l’attenzione anche sul loro ruolo fondamentale, con focus sull’importanza del dialogo intergenerazionale per favorire una maggiore partecipazione civica.
#SpeedNetworking
Philanthropy Experience è anche opportunità di scambio su visioni, metodi, pratiche con persone e realtà del Terzo Settore.
Un esercizio di Speed Networking ha facilitato l’avvicinamento tra le Fondazioni ed il confronto su temi di interesse comune.
Siamo felici di aver partecipato a Philanthropy Experience 2024, una preziosa opportunità di riflessione sulle nuove sfide della filantropia, sul ripensamento delle modalità di intervento, sui cambiamenti necessari per promuovere l’innovazione sociale investendo sulle relazioni con le proprie comunità. Ne usciamo arricchiti di spunti di riflessione utili per immaginare nuovi scenari, in cui co-progettare percorsi trasformativi assieme ai partner, offrire supporto ai loro bisogni, con una consapevolezza rinnovata di quanto sia importante partire dall’ascolto e dal dialogo con i protagonisti delle nostre attività.
L’iniziativa è stata promossa da Fondazione Allianz UMANA MENTE, Fondazione Èbbene, Fondazione Italia per il Dono, Fondazione Milan, Fondazione Time2, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Fondazione della Comunità Salernitana, che ne è stato il Promotore Locale.